Il paesaggio prealpino
Morfologia
Sebbene la fascia prealpina sia stata oggetto di considerazioni talora marginali da parte di geografi, storici ed etnografi, alcune considerazioni di sintesi consentono di identificarne un vero e proprio "paesaggio", ossia un sistema di ecosistemi interagenti, in relazione al quale la componente antropica è stata di rilievo nel modellarne la superficie e le forme. Ad una prima lettura della carta geografica, infatti, ci si rende conto di come tali motivazioni siano innanzitutto di ordine percettivo, già felicemente colte da Antonio Stoppani (Lecco 1824 - Milano 1891) che, di origini prealpine, dedicò alle Prealpi le più affettuose descrizioni:
Veduta della Valganna (Prealpi Varesine)
"Le Prealpi, principalmente le calcaree, raggiungono di rado i limiti delle nevi perpetue [...]. Non sono per conseguenza nemmeno caratterizzate dalla vegetazione alpina che dà alle Alpi quell'aspetto loro particolare di durezza e severità. Mancano perciò alle Prealpi i due tratti principali che improntano il paesaggio alpino così sublime e pittoresco. Per compenso sono ricche di altre bellezze tutte particolari. Si nota anzitutto in esse il contrasto, di effetto meraviglioso, fra quelle creste dentate, ignude e bianche [...] e il verde perenne, di cui la perenne ubertà copre i fianchi e i piedi delle montagne".
Tuttavia, le osservazioni che in maggior misura inducono ad accettare la delimitazione di un "paesaggio prealpino" sono conseguenza delle numerose indagini geologiche che, dalla seconda metà del Settecento, gradualmente interessarono l'intera fascia prealpina, ricostruendone lo sviluppo geostorico.
Panorama dai monti di Marzio. Il lago di Lugano con Ponte Tresa e il Monte Lema sullo sfondo
Le Prealpi, che dalla sponda orientale del lago Maggiore si estendono fino all'Isonzo, costituiscono infatti la propaggine meridionale delle Alpi: una sorta di grande ammanto, in prevalenza di rocce sedimentarie, che durante il processo di orogenesi alpina subì fratture, dislocazioni, scorrimenti e piegamenti. Alla medesima composizione orografica si contrappose quindi la multiforme conformazione del rilievo. Venne delineandosi dunque una "regione ambientale" contraddistinta da una notevole varietà di forme paesaggistiche e naturali: la sezione occidentale, per larga parte coincidente con le Prealpi Lombarde, presenta un paesaggio ripido e scosceso, segnato da profonde insenature vallive che, modellate dai ghiacciai pleistocenici provenienti dalla parte più interna ed elevata della catena alpina, ospitano i grandi laghi prealpini, responsabili di specifiche condizioni microclimatiche; mentre quella orientale, corrispondente con le Prealpi Venete e Carniche, mostra un rilievo più disteso, dominato dalla continua successione di massicci calcarei ed accoglienti altipiani (Lessini, Asiago, Cansiglio), che degradano dolcemente verso la pianura.
Nel paesaggio collinare e montuoso delle Prealpi orientali rientrano inoltre, quali elementi disgiunti, i Monti Berici e, marginalmente, i Colli Euganei, arcipelago vulcanico emergente dalle alluvioni padane. Il rilievo orografico è tuttavia soggetto a variazioni locali in relazione alla natura degli affioramenti rocciosi, così al morbido profilo di molte dorsali prealpine, seguono massicci più elevati, oltre a valli profonde ed incassate che, tra le formazioni sedimentarie, dividono trasversalmente la fascia prealpina a guisa di canyons. Le vallate disposte lungo l'asse nord-sud, originariamente via di accesso dalle sottostanti pianure, presentano in genere il classico profilo ad U del modellamento glaciale. Mentre le valli laterali e le conche più alte mostrano le più recenti incisioni a V, che lasciano poco spazio ad abitati e colture.
Campo dei Fiori, foto del 1964
Varese, veduta dal Sacro Monte (1964)
Panorama sull'alta Valveddasca
La torbiera di Ganna